Assegnati a Milano i Premi UBU, l’Oscar del teatro italiano istituito 36 anni or sono dal compianto Franco Quadri. Una piccola urna in legno, disegnata da Roberto Abbiati e contenente un chiodo storto, feticcio per chiunque si sia mai misurato col pubblico nonché oggetto umile che rimanda all’essenza della vita del teatrante. Una vita fatta di sacrifici e passione, sublime arte di arrangiarsi, reinventarsi e emozionarsi.
A condurre la consegna dei premi al Piccolo Teatro è stato Giuseppe Battiston. Antonio Latella è stato insignito come miglior regista per il suo Francamente me ne infischio, libero e agrodolce divertissement ispirato alla figura di Rossella O’Hara; l’intramontabile Luca Ronconi, che firma la regia de Il panico, è stato considerato il miglior spettacolo dell’anno. Un riconoscimento anche ad un Servillo: se Toni, infatti, resta a secco per la sua prova come regista e mattatore ne Le voci di dentro di Eduardo De Filippo, è Peppe a imporsi come miglior attore non protagonista. L’arte si intrufola anche a teatro, nonostante Maurizio Cattelan non conceda il bis dello show kitsch che ha scandalizzato Bologna in occasione della sua nomina per il Premio Alinovi-Daolio: alla consegna milanese del trofeo non si presenta né manda in sua vece I Soliti Idioti. Messaggio video invece per Robert Wilson, che ha ringraziato la giuria per aver scelto il suo Odyssey come miglio spettacolo straniero dell’anno; veste i panni di Antonio Ligabue, invece, Mario Perrotta, insignito insieme al monumentale Carlo Cecchi del premio come miglior attore protagonista. Il suo Un bés è il primo capitolo di una trilogia dedicata al pittore emiliano, destinata a chiudersi nel 2015 con una maxi-performance che coinvolgerà un’ottantina di artisti.
Anita Pezzotta