50 anni del Calendario Pirelli

50 anni e non sentirli…un elisir di lunda vita per il calendario Pirelli, meglio noto come The Cal, validato dal fatto che l’edizione del 2014 è firmata Helmut Newton, ma è stata realizzata nel 1986. Il segreto? Un’opera inedita del celebre fotografo tedesco, sostituita all’epoca da quella di Bert Stern e rimasta finora nell’Archivio Storico della società. Non esiste, quindi, un’edizione realizzata appositamente per il 2014, nonostante il lancio sia stato anticipato da una serie di fotografie scattate a New York la scorsa estate da Patrick Demarchelier e Peter Lindbergh, autori, rispettivamente delle edizioni 2005 e 2008 (il primo) e 1996 e 2002 il secondo. Ripercorrendo gli anni di The Cal e cercando di capire le motivazioni che portarono a questa scelta, bisogna spingersi indietro nel tempo, fino agli anni ’60, quando alla Pirelli UK Ltd, consociata inglese del gruppo industriale italiano, venne l’idea di creare un calendario in bilico tra arte e moda. Nel 1986 Pirelli Italia decise di creare una propria versione di The Cal, affidandolo al già noto Helmut Newton. Una scelta che comportò una sorta di competizione interna dalla quale spuntarono gli inglesi con il calendario di Stern (già fotografo di Marilyn Monroe e delle dive hollywoodiane). Newton abbandonò il set per motivi personali e la sua versione rimase nel cassetto per trent’anni. Set privilegiato del fotografo berlinese, Montecarlo e il Chianti, in particolare, il Podere Terreno: tra file di cipressi, tabernacoli, una piccola stazione di servizio – un’atmosfera che riprende un servizio realizzato dallo stesso Newton tempo prima per Vogue Italia – prese vita una femminilità seducente in grado di permeare ogni scatto di un’allure neorealistica, contrapponendo lusso e normalità.  

Come si diceva poc’anzi, il fotografo abbandonò il set. A continuare l’opera, infatti, Manuela Pavesi, fashion consultant che all’epoca collaborava con lui: seguendo fedelmente le istruzioni del Maestro, di cui conserva ancora gli appunti, montò la scena di ogni immagine. Grazie a lei l’opera fu conclusa e, come tale, l’edizione celebrativa, quella del mezzo secolo.

Ma The Cal è ben più di un semplice calendario. È la testimonianza per immagini di un’epoca, delle sue istanze e dei suoi valori. Sono emozioni che vengono immortalate a firma dei più grandi interpreti dell’obiettivo: Steve McCurry, Richard Avedon, Norman Parkinson, Herb Ritts, Patrick Demarchelier, Peter Lindbergh, solo per citarne qualcuno. Numeri alla mano, sono 40 i calendari realizzati per Pirelli da 31 fotografi: ciascuno ha riprodotto a suo modo e col proprio stile un tratto di storia, omaggiando la bellezza femminile. Le immagini sono esteticamente ricercate, emozionanti, coinvolgenti, ma forse più di tutto, rivoluzionarie per l’epoca in cui sono state pubblicate. The Cal, pertanto, si è imposto nel tempo come uno strumento di espressione al di là delle censure. I fotografi coinvolti di volta in volta hanno sempre avuto piena libertà creativa, dando origine, in alcuni casi, a una provocazione eccessiva, ma mai oggetto di censura. Nato come un prodotto di marketing, The Cal è divenuto un oggetto artistico, di culto, uno strumento per anticipare le tendenze della moda e, infine, un cimelio da collezione. Alla luce di queste osservazioni le affermazioni di Benedikt Taschen, di Taschen Verlag, suonano più che mai veritiere “Per ogni fotografo, realizzare il Calendario Pirelli è sempre stato un grande obiettivo, una delle assegnazioni più prestigiose”.

 

Anita Pezzotta

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